L’altra faccia della maternità è fatta di ansia, pianti, rifiuto, senso di colpa e di inadeguatezza.
Una inadeguatezza alimentata dalla società, dagli amici, da chi dovrebbe starti più vicino di tutti, da chi dispensa consigli non richiesti, da chi mette le sue mani sotto le tue perché teme che tu non sappia tenere in braccio il tuo bambino e possa farlo cadere, da chi chiede ad altri che cosa tu possa fare con il tuo bambino ma che non chiede a te, perché di te non si fida, che cosa puoi saperne, sei solo sua madre.
Vivi un senso di inadeguatezza se non hai figli, se ce li hai, se ne hai sì ma uno solo, se i figli te li vai a prendere, se non li vuoi, se li vuoi ma non hai un partner, se li vuoi e un partner ce l’hai ma del tuo stesso sesso, se finalmente i figli ce li hai ma non era come ti aspettavi, se sottoponi il tuo corpo a farmaci, ormoni e punture pur di averli.
Mamme sull’orlo di una crisi di nervi è un graphic novel che racconta, in modo sarcastico, di com’è essere madri avendo addosso il dito puntato e gli occhi vigili di chi è pronto a giudicarti ma non si accorge della tua solitudine pericolosa, di com’è “essere un’orsa, sola al mondo con il mio cucciolo, di fronte al deserto freddo e insondabile della banchisa”, dell’immensità artica.
Per fortuna, per Caroline, madre single, ci sono le riunioni alle Madri Anonime, per me, le altre mamme sconosciute al parco di cui non sapevo il nome ma di cui conoscevo tutti i dettagli del parto e delle difficoltà del post, con se stesse, con il bambino e con il partner.
Mamme sull’orlo di una crisi di nervi è una verità comune quanto quella delle madri appagate dal loro ruolo con cui la società misura tutte le madri.
Ma non c’è un unico modo di essere madri e no, non c’è modo di essere delle madri perfette, ma buone madri forse, quello sì.