Odi et amo. L’arte di scrivere una recensione

Per recensire un libro bisogna prima di tutto averlo amato oppure odiato.

Se si deve parlare di regole per una buona recensione, questa sarà sicuramente la prima. Come disse un tale di nome Oscar Wilde, «I libri o sono scritti bene o sono scritti male. Questo è tutto» ragion per cui, se un libro non trasmette niente, il lettore risponde con la stessa indifferenza e non ne scrive nulla.

Invece, se una storia ci appassiona o se un personaggio ci dà sui nervi abbiamo la necessità impellente di comunicarlo al mondo, come per le cose della vita.

Premesso questo, la recensione è una tipologia testuale ben definita (nello specifico è un testo interpretativo) e strutturata con delle caratteristiche salienti (ma non imprescindibili) che vanno rispettate.

Ad esempio, una recensione che si rispetti, di un libro che ci è piaciuto, comincia sempre con qualche parola spesa a favore dell’autore e delle sue pubblicazioni. Per ogni pubblicazione citata sarebbe bene inserire tra parentesi tonde tutto questo: (casa editrice, numero di pagine, costo).

Fatto questo, possiamo passare al testo che abbiamo deciso di prendere in esame raccontandone per sommi capi (attenzione! Se diciamo troppo togliamo la suspense e non invogliamo il lettore ad acquistare il libro, in altre parole, abbiamo fatto un pessimo lavoro!) la trama e lo schema dei personaggi.

A seguire, possiamo commentarne (in ordine sparso) l’argomentazione e il tema su cui è incentrato il libro, le ambientazioni e il periodo storico.

Qualche nota sullo stile dell’autore può guidare il lettore nella scelta. Facciamo un esempio: io adoro le storie surrealiste che trattano i soliti grandi noiosi temi con cui noi umani conviviamo ogni giorno, MA se un libro ha una buona trama irreale ed onirica però lo scrittore è solito utilizzare uno stile descrittivo, io (sempre io), con ogni probabilità, rinuncerò a leggere il suo libro.

A questo punto, impressioni personali, sensazioni e ricordi riaffiorati del recensore (e suscitati dal testo) sono i benvenuti.

Per ultimo, ma anche per primo e per intramezzo, le citazioni. Ricordiamoci sempre di citare i passi che ci hanno colpito di più come anche le parole dello scrittore perché nessuno può arrivare in maniera più diretta al lettore che le parole stesse dell’autore.

Insomma, recensi-a(mia)mo e cit-a(mia)mo.

Quiiiindi, se vuoi cimentarti nella stesura di una recensione, fallo! E poi inviacela all’indirizzo info@grammateca.it, il Gramma-team sarà felice di inviarti un piccolo feedback sul tuo lavoro.