Convegno Loescher e Bonacci Editore

[section_title title=”Di Giorgia Papagno” style=”section-title-gray”]

Il 29 gennaio 2015 si è tenuto il convegno Strategie e strumenti per l’italiano LS e L2 2 organizzato da Loescher Editore e ospitato dall’Università degli Studi di Milano. Il fil rouge che ha accomunato i sette interventi in programma al convegno è stata l’attenzione, caratteristica delle pubblicazioni della casa editrice, all’insegnamento secondo metodi non convenzionali, che pongono l’accento sulle specificità e sui bisogni dello studente guidandolo in un percorso verso l’autonomia. Il punto di partenza è stata la relazione sullo sviluppo della competenza lessicale e passando per il proficuo connubio tra italiano ed insegnamento di materie scolastiche e di interesse per lo studente straniero, per la questione analfabetismo e la riflessione grammaticale, è stato chiara la volontà dei relatori di presentare nuovi e concreti strumenti che, anche sfidando l’impostazione tutta italiana a volte troppo libresca, siano di supporto allo studente quanto all’insegnante.

foto (2)Vorrei poter condividere con i nostri Gramma-lettori alcune delle slides proposte durante il convegno ma purtroppo, a causa del mio talento per scegliere sempre i peggiori posti disponibili, sono rimasta “incastrata” nel mezzo dell’attentissima platea e dietro ad una ben poco fotogenica colonna. Nonostante sia davvero difficile riassumere i numerosi spunti offerti dalla densissima giornata, ecco una sintesi degli interventi per chi non era presente, con il consiglio di non mancare al prossimo appuntamento Loescher!

MONICA PIANTONI – CHIARA GHEZZI, Lo sviluppo della competenza lessicale

La giornata si apre con l’intervento di Monica Piantoni e Chiara Ghezzi riguardo allo sviluppo della competenza lessicale: questa è forse una delle competenze più difficili da sistematizzare e testare e sulla quale spesso, conseguentemente, il docente sente di non poter intervenire in maniera efficace. Le relatrici strutturano la loro riflessione partendo da una serie di errori lessicali rilevati negli elaborati di un campione di studenti di diverso livello di competenza e nazionalità, al fine comprendere se sia possibile, nell’insegnamento dell’italiano, costruire un percorso percezione – comprensione – produzione che possa favorire lo sviluppo della competenza lessicale.

Viene ad esempio riscontrata nei livelli più bassi una forte presenza di errori di approssimazione, di sintassi e scambi di categoria.

 ASPETTO IL TUO RISPONDERE (studente cinese A2)

 HA CREDUTO CHE LA DONNA È MOLTISSIMO BELLA E HA FATTO UNA BRACCIA (studente norvegese A2)

Come qualsiasi docente di italiano LS/L2 avrà sicuramente notato, frequenti sono anche gli errori di sovraestensione e la confusione tra verbi di significato analogo come le coppie andare – venire, guardare – vedere, oltre che l’appoggio alla lingua madre, la cui influenza continua a persistere anche nei livelli più avanzati, raggiunti i quali si ha solitamente il passaggio dal lessico ricettivo a quello produttivo.

MARCO HA FELLATO (studente inglese b1, calco dal verbo inglese to fall)

ERA IN FRETTA (studente inglese b2, calco da to be in a hurry)

Lo scopo ultimo dell’intervento è quello di proporre una serie di strategie che possano aiutare l’insegnante a guidare i propri studenti verso l’autonomia, secondo la sequenza presentazione – rinforzo – reimpiego guidato, proponendo attività che ad esempio mettano in risalto i rapporti tra le parole la diversificazione dei registri senza restare ancorati a quelle che al docente possono apparire “parole difficili” e che dunque sembrano meritare una spiegazione più approfondita, ma allenando la capacità di perifrasi.

GABRIELE PALLOTTI, L’italiano per studiare le discipline scolastiche: la storia

È poi il turno di Gabriele Pallotti, che riflette sull’apprendimento dell’italiano, in particolare da parte degli studenti più giovani sia stranieri che nativi, attraverso le discipline scolastiche. Passando in rassegna le maggiori fonti di difficoltà comunemente presenti nei manuali di storia, come l’ossessione nozionistica e denominatoria e le pedanti spiegazioni etimologiche che spesso danno luogo a gravi fraintendimenti del significato da parte dell’apprendente inesperto, il relatore presenta un volume il cui obiettivo è l’insegnamento della storia attraverso una lingua semplice e soprattutto stimolante, senza rinunciare alla qualità. Il manuale si snoda in cinque macrocapitoli che partendo dall’antica Roma arrivano al ‘900 utilizzando prevalentemente l’imperfetto e il presente storico e rinunciando coraggiosamente a quell’eccessiva complicazione sintattica ritenuta assolutamente inadeguata e perfino controproducente per l’apprendimento attivo e costruttivo. Il taglio narrativo del testo, integrabile all’interno di un curricolo di lingua italiana, rende lo studio della storia e per traslato della lingua italiana appassionante, dedicando ampio spazio al soddisfacimento di quello che scherzosamente è stato definito gossip storico: è più importante (e divertente!) memorizzare la data di una battaglia o conoscere le abitudini quotidiane di un antico romano?

GIOVANNI GARELLI, L’italiano per le lingue speciali: la storia dell’arte

La proposta di Giovanni Garelli, in certa misura riconducibile a quanto emerso dall’intervento di Pallotti, offre nell’ambito della storia dell’arte un concreto tentativo di semplificazione di un input complesso, sia dal punto di vista linguistico che concettuale offre, nell’ambito della storia dell’arte, un concreto tentativo di semplificazione di un input complesso, sia dal punto di vista linguistico che concettuale.

foto (3)Il relatore ha esemplificato come sia possibile ristrutturare un input complesso per renderlo accessibile a studenti di italiano L2 o LS attraverso l’uso delle immagini, di fondamentale importanza anche per l’intervento stesso. Garelli è giunto a questa esemplificazione prendendo in esame il passaggio dal linguaggio naturalistico romano a quello simbolico di stampo bizantino e considerando l’inerzia iconica che caratterizza l’arte e, in senso ampio, la nostra vita stessa (la lingua e il mondo “viaggiano” più veloci delle immagini).

FERNANDA MINUZ – LORENZO ROCCA – ALESSANDRO BORI, Sillabo e descrittori dall’alfabetizzazione all’A1 UNIPD (sillabo approvato dal Consiglio d’Europa)

Il contributo dei tre esperti presenta i risultati di una ricerca svolta negli ultimi due anni e relativa all’elaborazione di un sillabo per livelli antecedenti al livello A1 secondo il QCER (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue).  Ritengo che quest’intervento sia stato molto interessante soprattutto per i docenti che, come la sottoscritta, operano in contesto L2 e in classi di difficile gestione a causa dell’eterogeneità delle stesse e della mancanza di una precisa strutturazione dei corsi destinati a utenti di diversa età, cultura e lingua madre.

 Il punto di partenza per la costruzione e la sperimentazione del sillabo è stato la definizione dei diversi stadi di analfabetismo, fattore che spesso viene considerato erroneamente come un unico e compatto descrittore.A causa della complessità della questione, consiglio agli interessati l’acquisto del n. 17 de I Quaderni della Ricerca, che riporta integralmente i risultati della ricerca e che costituisce uno strumento di grandissima utilità. (Io mi sono immersa nella lettura del volume durante il viaggio di ritorno dal convegno!)

FRANCA BOSC, L’italiano per la bassa scolarità: una grammatica pedagogica

L’intervento si ricollega parzialmente alle tematiche chiamate in causa nel precedente, ponendo l’attenzione sui bisogni linguistici del pubblico degli immigrati. Come noto a chi abbia già esperienza sul campo e ai lettori della nostra Gramma-rubrica Questioni di teoria, la difficoltà maggiore nell’insegnamento dell’italiano L2 sta nel trovare un equilibrio tra l’insegnamento della grammatica italiana nella sua complessità e correttezza e il soddisfacimento dei bisogni quotidiani e concreti di un’utenza variegata e spesso scarsamente scolarizzata. In questa situazione, venendo meno il supporto dei tradizionali strumenti di insegnamento, il volume di Franca Bosc Il libro di grammatica si propone di presentare le regole grammaticali partendo dalle preconoscenze dello studente in un continuo e motivante rimando alla realtà, prendendo le distanze dalla grammatica astratta e ispirandosi alle indicazioni delle grammatiche pedagogiche… Personalmente credo che la filosofia del testo e della sua autrice dovrebbero essere quelli di ogni docente!

MARCO CONTINI – GABRIELE LUONI, Un sillabo dell’italiano per il turismo

L’intervento presenta un progetto, a cura dei due relatori e ancora allo stadio geminale, il cui punto d’arrivo sarà la creazione un corpus di testi scritti di diverso genere e fonte utilizzati da operatori turistici e da fruitori dei servizi da essi offerti. Premettendo che nell’ottica del contributo la varietà linguistica è intesa come insieme di specifici elementi linguistici utilizzati da specifici parlanti in un contesto definito, il corpus offrirà un prezioso strumento per l’elaborazione di materiali didattici rappresentativi dell’effettiva realtà comunicativa e linguistica in cui gli apprendenti sono coinvolti. Attraverso la raccolta di materiale autentico è infatti possibile fornire delle linee guida per la creazione di un vero e proprio sillabo che, nascendo dall’analisi dell’italiano per il turismo in uso, faciliti l’apprendimento dell’italiano nell’ambito del settore turistico.

Data la mia esperienza come docente di italiano a studenti neo immigrati presso un istituto alberghiero di Venezia, e dunque in un contesto scolastico e territoriale in cui il settore turistico svolge un ruolo di primo piano, sono rimasta positivamente colpita dal progetto di Contini e Luoni, e spero davvero di poterne seguire gli sviluppi.

FRANCA BOSC – ANDREA GOPPALDI – ALBAROSA CAMALDO – EMANUELA LUZZOLI – ALESSANDO TOLLARI, Grammatica allo specchio: attività integrative

La raccolta di attività integrative nasce da una riflessione sulla figura del docente di italiano, che, per poter operare con successo, deve guardare alla propria attività e all’oggetto del proprio insegnamento con occhi nuovi e sempre curiosi. Poiché la sperimentazione di nuove metodologie e di nuovi materiali deve essere una costante nel percorso di un insegnante che voglia mantenere vivi i progressi e l’interesse dei propri studenti, Grammatica allo specchio è costruito secondo un approccio comunicativo, che attivi le competenze non solo linguistiche ma anche cognitive dello studente, coinvolgendolo in attività che, toccando tematiche di interesse culturale ed di attualità, non tralasciano gli argomenti “canonici” da cui non si può prescindere. La foto (1)grammatica, nei suoi aspetti più ostici e dunque spesso demotivanti, l’uso della punteggiatura e le prove INVALSI vengono integrate in attività ludiche e dinamiche che non solo facilitano l’apprendimento, ma scacciano la noia dall’aula.

Se questo assaggio di quanto discusso a Milano vi ha incuriositi, vi consiglio vivamente di approfondire l’operato dei bravissimi relatori presenti consultando il catalogo Loescher. in cui sono presentati i volumi. Io, da brava bibliofila e curiosona quale sono, non ho potuto fare a meno di passare quasi un’ora a sfogliarli TUTTI!

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