mosca più balena, Valeria Parrella

Recensione di Roberta Cotroneo.

Quando un libro ti viene donato da un’amica alla quale tieni particolarmente, quel libro ha già un valore aggiunto e nell’80% dei casi ti piacerà sicuramente. È avvenuto così il mio incontro con mosca più balena. O meglio, ci siamo intravisti a un reading dove la suddetta amica ha letto alcuni stralci del libro che riteneva fossero significativi e poi è arrivato lui tra le mie mani dentro una scatola e da allora è entrato a pieno titolo tra i consigli di lettura.

Mosca più balena è il libro di esordio di una giovane scrittrice italiana Valeria Parrella con cui ha vinto il Premio Campiello opera prima e il premio Amalia Rosselli. Della stessa autrice è d’obbligo ricordare Lo spazio bianco, romanzo che ha permesso alla scrittrice di affermarsi grazie anche all’uscita del film omonimo ispirato al romanzo.

Mosca più balena è costituito da sei racconti uniti essenzialmente dal fatto che le protagoniste sono donne, che decidono, scelgono, osservano e si confrontano. Uno dei primi racconti, breve anzi brevissimo, ci parla di una ragazzina figlia di genitori intellettuali progressisti che prova una profonda e segreta ammirazione per la mamma di Katia che rappresenta l’essenza di ciò che lei desidera: la normalità.

«Katia di là mi chiamava sulle analisi logiche, per lei erano la conquista, la chiave per il cambiamento. Io di logico non ci trovavo niente su quei fogli e l’unica cosa che sognavo di cambiare nella mia vita era il colore dell’ombretto. Tutti i giorni.

[…] Io  volevo fare la commessa come la mamma di Katia.

La commessa alla Upim, part-time. Tutta la vita.

[…] La mamma di Katia si truccava, chiacchierava di cose bellissime, leggere come la cipria. Cose che non andavano valutate, sulle quali non si reggeva il mondo.

Cose che non ricordo più.

Al loro posto ricordo che il predicativo del soggetto non è quello dell’oggetto, anche se può sembrarlo.»

Tutti i personaggi femminili sono descritti da Valeria Parrella nel loro aspetto umano e fragile, ma anche nella loro freddezza.

I racconti, a una prima lettura, possono sembrare storie banali ma in realtà dietro la loro apparente semplicità si nasconde la forza delle donne protagoniste che, in modo diverso, reagiscono alle vicende della vita quotidiana mostrando le loro debolezze e fragilità. Allo scetticismo si risponde con la frivolezza, alla razionalità con la superstizione e il caso: «Se tonno + gru = rettile , allora  mosca + balena = ?»

Durante la lettura, si avverte continuamente la sensazione di essere immersi in un caos di voci, suoni, profumi e storie che non arrivano mai a intrecciarsi e i cui protagonisti, a volte, sono addirittura anonimi.

L’unico elemento narrativo che unisce i racconti è lo sfondo, rappresentato dalla città di Napoli con le sue contraddizioni da città bella ma spietata e a tratti difficile da comprendere. Sotto questo aspetto, il racconto che forse colpisce più di tutti è quello dal titolo Dritto dritto negli occhi che narra la ricerca della rivalsa, di una vita “agiata” da parte della protagonista “Guappettella” che sogna di diventare una signora “per bene”, di essere guardata come una delle tante signore che lei ammira:

«[…] Una sera guardavamo un film a puntate e io mi accorsi che tutte le donne di quel film erano esattamente le signore che sarei voluta essere. Non so se erano le donne vere a copiare la tv o il contrario, ma le signore del mio palazzo assomigliavano a quei personaggi, allora lasciai perdere la trama e mi misi a studiare.

[…] All’improvviso capii: parlavano italiano. Tutti parlavano per tutto il film solo italiano: senza paroloni, ma così naturalmente senza sforzo, che io da sempre li capivo senza accorgermene. Se c’era qualche battuta in dialetto la faceva un cameriere o un meccanico per far ridere i signori. […] Le ragazze dicevano che dovevo leggere molto, una matricola mi prestò dei best seller e il primo fu quello della Tamaro.

Mi sembrò un libro impossibile: se io fossi andata dove mi portava il cuore, sarei rimasta incinta a tredici anni nell’Ape di Totonno il pezzaro.»

Una caratteristica che sicuramente salta all’occhio di un lettore attento è l’ironia e la sagacia della scrittura di Valeria Parrella, un’ironia a tratti grottesca come quella che fa da sfondo alla storia di “Guappettella” ma che dipinge chiaramente il ritratto della donna in una realtà concreta come quella napoletana.

Se proprio devo trovare un aspetto negativo del libro, per quanto mi riguarda è la brevità dei racconti. A volte, quando ne leggi alcuni entri talmente a fondo nel personaggio che rimani deluso quando, dopo una decina di pagine, lo devi abbandonare.

Per il resto, e soprattutto per l’ironia pungente e la freschezza della scrittura, mi sento di consigliare vivamente mosca più balena a chi ha voglia di immergersi in sei universi femminili diversi con una sola lettura.

Titolo: mosca più balena

Autore: Valeria Parrella

Pagine: 119

Anno di pubblicazione: 2013

Editore: Minimum fax

ISBN: 978-88-7521-460-9

Prezzo di copertina: 8 €

 

 

 

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