Del Pisa Book Festival 2014 e di altre storie II

Al Pisa Book Festival 2014 non ci sono stati solo i libri e gli editori ma anche delle folgorazioni.

Le mie.

# FOLGORAZIONE NUMERO UNO

La prima l’ho avuta allo stand di Iperborea. Dopo aver assistito a vari incontri con Björn Larsson, scrittore danese di verdi speranze come il suo maglioncino, mi sono precipitata a spulciarne i libri. Il caso ha voluto che lui fosse lì, sempre di verde, e quindi il caso ha complicato la scelta. Indecisa tra Otto personaggi in cerca (con autore) Il porto dei sogni incrociati, decido spavaldamente di chiedere allo stesso Björn (posso farlo, ormai siamo amici) di darmi un consiglio. Alla sua saggia, sorridente e rassicurante richiesta di sapere qualcosa di me per potermi indirizzare al meglio, rispondo dicendo tre cose (di cui un po’ per privacy un po’ per vergogna ne riporterò solo una): «x, y e sono innamorata». All’accenno dell’innamoramento ogni dubbio è stato fugato e parte il racconto mio, fatto solo per me, che parla di una donna (vera) il cui uomo (vero) è partito per mare. Il destino ha voluto che la donna leggesse Il porto dei sogni incrociati riconoscendo in uno di quei personaggi proprio quell’uomo. Dopo un po’ di tempo, sempre la stessa donna, si è ripresentata da Björn chiedendogli di autografargli il libro, così da poterlo regalare a quello stesso uomo. Se mai ritornerà.

Ho comprato il libro. La mia dedica recita: A Simona, con simpatia, per l’amore.

#FOLGORAZIONE NUMERO DUE

Il porto dei sogni incrociati mi ha fatto inevitabilmente pensare a Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino e mi ha fatto venire voglia di rileggerlo. Mi ha fatto anche pensare alla splendida canzone En el muelle de San Blas dei Maná che sto ormai ascoltando da giorni.

#FOLGORAZIONE NUMERO TRE

La folgorazione numero tre ha un nome ben preciso: Paolo Febbraro. Prima di tutto, il cognome mi fa venire in mente due cose che fanno parte della mia vita nella stessa quantità in cui io stessa ne faccio parte: il cioccolato e lo spagnolo. Febbraro infatti mi suona a Ferrero (marca di cioccolate) e febrero (febbraio in spagnolo) insieme, il che già lo rende adorabile. Poi, è un poeta. Un bravissimo poeta. Se lo avessi letto senza conoscerlo mi sarebbe sicuramente piaciuto, ma averlo ascoltato leggere le sue poesie e quelle di Umberto Saba, lo rende uno dei miei preferiti. Scrive cose tipo questa: «[…] le lunghe colpe sono fantasie che abbiamo il diritto di smettere». PUNTO.

#FOLGORAZIONE NUMERO QUATTRO

Il poeta Morten Søndergaard ha letto, ad un certo punto, una sezione del suo blog inserita nel libro A Vinci, dopo. Gli alberi hanno ragione. Blog, non ricordo con esattezza perché ero super ammaliata ma mi pare fosse datata 7 luglio e parlava di scrittori.

Li raccontava come se si trovassero di fronte a lui, nella loro vita di tutti i giorni, tutti raccolti nello stesso posto che era la testa del poeta ma anche un po’ la mia. Nella mia mente si costruivano cortometraggi di Conrad che corre in macchina e di Thomas Mann che beve vino e di tanti altri ed era bello. Illuminante.

# FOLGORAZIONE NUMERO CINQUE

Qui gioco in casa. Questa mi arriva direttamente dalla mia amata socia che, di ritorno dal festival, raccoglie foglie d’ottobre (anche se siamo a novembre) da mettere dentro i libri appena comprati e in quelli di una vita.

# FOLGORAZIONE NUMERO SEI ELEVATO N

Questa folgorazione, anzi folgorazioni, sono visive e sono racchiuse in queste foto.

Buon ripasso a chi l’ha visto e buona visione a chi non c’era.

 

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