Il cavaliere errante della Compagnia dell’Idra

Di Emanuela Pugliese.

Apparenza, cinismo, corruzione, rabbia: sono i mali della società contemporanea.

Sempre sulla difensiva, ognuno di noi sembra non gradire la presenza dell’altro, che si rivela una presenza scomoda per il colore della pelle, per il sesso, per idee e opinioni differenti. Probabilmente, abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi, che ci aiuti a combattere i vizi del nostro tempo. Come un moderno Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento, giunge per soccorrerci un giovane cavaliere, forse un po’ atipico per i modi e per l’aspetto, spesso impacciato e ingenuo, ma sicuramente sempre pronto per combattere. Ci siamo imbattuti in questo cavaliere sulla scena… a teatro! Egli è il frutto dell’estro e dell’inventiva di Roberto Garagnani, autore e regista de Il cavaliere errante, spettacolo in due atti e interpretato da “La compagnia dell’Idra”, una compagnia di giovani teatranti, attivi in tutta la provincia di Bologna, i quali vivono questa esperienza con grande professionalità e occasione di arricchimento personale.

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La compagnia ha debuttato con lo spettacolo il 19 novembre scorso presso il “Teatro Giulio Lazzari” di Monterenzio (in provincia di Bologna), inaugurando una rassegna teatrale di compagnie di teatro emergenti dal titolo Ma cosa aspettate a batterci le mani, fortemente voluta e curata dall’amministrazione comunale di Monterenzio.

Pertanto, abbiamo incontrato Roberto e, tra un intervallo e l’altro della scuola media statale dove Roberto insegna lettere, gli abbiamo posto una serie di domande.

Partiamo con una domanda un po’ banale, ma utile per capire lo scopo della rassegna, per la quale Roberto è anche il direttore artistico: che cosa significa per te fare teatro?
Il teatro, per me, è uno sfogo artistico. Mi spiego meglio, per non sembrare riduttivo: è un modo per sentirmi vivo.

Roberto, raccontaci la tua esperienza con il teatro.
Ho iniziato quasi per caso, scrivendo un testo ironico insieme a un mio amico. Poi ho proseguito e, dal 1980, mi occupo di teatro a vari livelli. Poi nel 1990 è arrivata la collaborazione con l’Alma Mater fino al 1995: con l’università, ho curato vari laboratori, nonché uno stage umoristico e ho continuato a scrivere testi dal carattere comico-surreale, ambientati in vari contesti ed epoche storiche.

Da dove nasce il titolo della rassegna Ma che aspettate a batterci le mani?
Mi sono ispirato a una canzone di Dario Fo che porta questo titolo. Come i guitti che cercano il pubblico nelle piazze, allo stesso modo noi cerchiamo il pubblico nel teatro. Lo scopo, quindi, è cercare di estendere e promuovere il teatro a un pubblico sempre più vasto.

Qual è il tema de Il cavaliere errante?
Il cavaliere errante è la metafora dell’esistenza, intesa come un cammino, un bellissimo percorso, anche se pieno di ostacoli e contraddizioni. È il tentativo, anche se perdente, di lottare contro i valori errati (ecco il gioco di parole) della vita: violenza, corruzione, negligenza.

il-cavaliere-errante-grammatecaLo spettacolo segue uno schema ben preciso. Esso è suddiviso in dieci quadri, i quali rappresentano, a loro volta, dieci controvalori (tedio, amicizia, amore, apparenza, parole vuote, corruzione, invettiva, danza degli spiriti, l’eccezione, la regola). Il messaggio che intendo trasmettere al pubblico consiste nella capacità di saper lottare, mettendo in evidenza la caparbietà del cavaliere, il quale non si arrende facilmente, ma continua a vagare (da qui il significato dell’aggettivo “errante”), cercando di mantenere comunque un registro in chiave ironica e sarcastica e avendo come modelli di riferimento autori come Molière, Čechov e Oscar Wilde.

Ebbene, ne Il cavaliere errante c’è il desiderio della scoperta, c’è la curiosità, c’è il raggiungimento dell’oggetto del desiderio, c’è la catarsi. In esso, sono racchiusi tutti i personaggi della letteratura: c’è l’Ulisse di Omero, c’è Dante, c’è Don Chisciotte…

Ringraziamo Roberto e la Compagnia dell’Idra per averci dato l’opportunità di assistere a questo spettacolo e per averci insegnato la capacità di resistere. Alla fine, anche noi, come il cavaliere, potremmo dire di non aver vissuto (o lottato) invano!

Consulta locandina e scopri dove poter trovare tutte le date della rassegna.

 

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