Libri che diventano film: Ritorno a Spoon River

Recensione di Roberta Cotroneo.

Nel 1915 uscì l’Antologia di Spoon River, una raccolta di poesie nella quale lo scrittore Edgar Lee Master raccontava la vita degli abitanti di una cittadina immaginaria del Midwest, sotto forma di epitaffi. Testo celeberrimo, tradotto in italiano negli anni ’40 da Fernanda Pivano. A cent’anni di distanza, gli abitanti di Lewinston e Petersburg, nell’Illinois, rileggono il testo immersi nei loro ambienti familiari; mentre le immagini raccontano ancora una volta l’America di provincia.

Ritorno a Spoon River è un film ideato e diretto da Francesco Conversano e Nene Grignaffini e prodotto da Movie Movie con Rai Cinema. Il film è stato presentato in anteprima mondiale al 33° TFF (Torino Film Festival) nella sezione Festa Mobile il 26 novembre 2015.locandina spoon river

In occasione del centenario dell’uscita del capolavoro di Edgar Lee Master, i due registi si sono recati a Petersburg e Lewistown, nello stato dell’Illinois con l’obiettivo di rendere omaggio e far rivivere l’atmosfera, gli stati d’animo e i sentimenti della provincia americana.

Il film è strutturato in modo che siano gli abitanti stessi delle due comunità a leggere alcune delle poesie di quest’opera, scritte in forma di epitaffi e che raccontano le fasi della vita di ogni luogo e tempo.

«I ventisei quadri del film, hanno dichiarato i due registi, sono la rappresentazione di altrettanti microcosmi quotidiani, fatti di corpi, volti, spazi e oggetti, che vivono con noi e sopravvivono alla nostra morte. Ogni oggetto rimanda a una vita, come nei racconti di Carver; ogni personaggio segue l’incanto dei dipinti di Hopper, qui senza colore, cercandone l’intensità, la sospensione, il mistero e la malinconia del silenzio dei luoghi.»

Le figure dei cittadini che recitano gli epitaffi sono il sindaco, sua moglie, un pompiere, un ex insegnante, un carpentiere, un musicista, un barista, un adolescente e tanti altri che si susseguono antologia di spoon riverintervallati dall’immagine delle tombe di scrittori famosi sepolti sulle sponde del fiume.

Questi personaggi commemorano con nostalgia e orgoglio i valori dell’american dream attraverso le case, gli oggetti, i  di lavoro e di svago dei lettori. Le due comunità divise dal fiume costituiscono un ponte ideale tra passato e presente.

Ciò che colpisce di più del film è la fotografia in bianco e nero, realizzata da Roberto Cimatti, che mette in risalto il divario tra passato e presente e che, tuttavia, immortala una storia tristemente attuale.

I personaggi del film non si limitano a leggere gli epitaffi ma, alla fine della lettura, dicono cosa vorrebbero che ci fosse scritto sulla propria lapide per commemorare la loro esistenza.

L’altro aspetto che scandisce le immagini che accompagnano i versi di Edgar Lee Master è la musica, molto cadenzata, a cura di Andrea Carrieri e Gianni Lenoci che ci fa rivivere la dimensione di questi luoghi che abitiamo e che parlano della nostra presenza, ma che dopo la morte si trasformano in luoghi d’assenza.

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, l’ubriacone, l’attaccabrighe?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Uno morì di febbre,
uno bruciato in miniera,
uno ucciso in una rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte mentre faticava per moglie e figli –
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Su quella collina dove dormono Elmer, Herman, Bert, Tom… Chi consumato dalla febbre, chi bruciato in miniera, chi ucciso in una rissa, chi morto in prigione, in questi paesaggi si consuma l’esistenza dei personaggi, un’esistenza caratterizzata dall’inquietudine e dai valori di famiglia e patria.

L’Antologia di Spoon River, capolavoro di Edgar Lee Master, uscito nel 1915 e arrivato in Italia nel 1943 con la traduzione di Fernanda Pivano, è un testo che col tempo è diventato fonte di infinite ispirazioni, anche musicali come testimonia Non all’amore né al denaro, né al cielo, indimenticabile album di Fabrizio De Andrè.

 Ecco il trailer del film. Buona visione! 🙂

 

 

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