Roberto e lo scultore di nuvole

[section_title title=”Traduzione di Simona Comi.” style=”section-title”]

Questa settimana il video della domenica è dedicato ai bambini.
Roberto y el escultor de nubes è un racconto dello spagnolo J. Carrión, illustrato da Marta Pombo, e distribuito online da Babyradioun canale youtube dedicato ai più piccini.

Roberto e lo scultore di nuvole è un bellissimo mini racconto per promuovere la lettura (con la lettura) in tenera età, da leggere e far vedere anche ai nostri piccoli italiani.

C’era una volta un bambino chiamato Roberto che viveva nel bosco.

A roberto piaceva leggere e sdraiarsi sull’erba per guardare il cielo. Si divertiva e trovare le forme nelle nuvole. Portava con sé un libricino rosso in cui annotava ogni forma che era capace di trovare nel cielo. Era soprannominato “Roberto il bimbo del fuoco”. Lo chiamavano così per i suoi capelli rossi e brillanti. Ce li aveva lunghi fino a metà della schiena e si diceva che non li aveva mai tagliati.
Il parrucchiere del paese più vicina racconta che un giorno i suoi genitori lo portarono da lui, ma che non appena arrivato alla porta Roberto si rifiutò di entrare e dovettero tornare indietro.
Uno di quei pomeriggi in cui Roberto si sdraiava sull’erba per guardare le nuvole s addormentò e arrivò la notte. I suoi genitori uscirono in giardino e vedendolo addormentato lo coprirono con una coperta di colore rosso: Roberto si svegliò a metà nottata con il viso bagnato di rugiada.
Appena si alzò si mise a guardare uno strano uomo che era salito su una verde scala di legno.

«Come? Non può essere». La scala era appoggiata su una nuvola!

L’uomo indossava una vestaglia bianca che gli arrivava alle caviglie. Quell’uomo stava sagomando la nuvola, la maneggiava come se fosse plastilina. Quell’uomo così particolare incuriosì molto Roberto che gli chiese:

«Ciao! Chi sei?»
«Sono lo scultore delle nuvole! Mi hai beccato mentre sto lavorando!»
«Scultore delle nuvole? Non capisco bene. Me lo puoi spiegare?»
«Vedi, il mio lavoro consiste nel dare una forma ad ogni nuvola per il giorno successivo, appena spunta il sole».

Roberto si stropicciò gli occhi perché pensava che stesse ancora sognando.

«E questi barattoli di pittura che hai in tasca a cosa servono?»
«A volte, la lista che ricevo con la forma che devono avere le nuvole, ha anche dei colori. Per esempio, se il giorno successivo pioverà, mi chiedono di dipingere le nuvole di grigio o di nero».

Roberto era affascinato da tutto quello che gli raccontava e decise di tentare la fortuna.

«Potrei salire sulla scala e dipingere un po’ quella nuvola?»
«Certo, Roberto. Puoi salire».

Roberto si incamminò verso la scala e cominciò a salire poco a poco. In alto lo aspettava lo scultore con un pennello rosso. Roberto sorrise, lo scultore sapeva che era il suo colore preferito. Afferrò il pennello e iniziò a disegnare su un pezzo di nuvola. Lo scultore guardò ciò che aveva dipinto Roberto ed entrambi si misero a ridere. Roberto scese dalle scale e lo scultore lo seguì.

«Ti rivedrò?»
«Certo! Solo i bambini che leggono molto possono vedermi, bisogna avere molta immaginazione. E questa immaginazione, caro amico, si trova solo nei libri»
Roberto raccolse la sua coperta rossa da terra e quando si voltò lo scultore di nuvole non c’era più, entrò in casa e si mise a letto. Il sole del mattino filtrò attraverso la finestra svegliandolo.

«Buongiorno tesoro! Hai dormito bene?» – chiese sua madre.
«Sì mami, davvero»
«Tuo padre ti sta aspettando fuori, vuole farti vedere qualcosa»

Roberto prese un pezzo di pane e uscì di casa e incontrò suo padre che guardava attentamente il cielo.

«Che succede papà?»
«Guarda, guarda il cielo lì in mezzo! Vedi quella nuvola» – chiese suo padre.
«Quella che sembra un albero?»
«Sì, quella! Non ti sembra che ci sia scritto “Roberto” in rosso?»

Roberto osservo la nuvola e sorrise.

«Dai papà, questo non è possibile!»

Roberto rimase da solo a guardare il cielo e disse a bassa voce:

«Grazie!»


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